MARISA RAMPIN A ORASENZOMBRA: ARTISTA EMOZIONANTE

Contributo a cura di Roberto Ferro

 

Giovedì 27 giugno, per l’ultima serata prima della pausa estiva, Orasenzombra ha ospitato Marisa Rampin con il sorridente, arguto coordinamento di Daniela Basilico e di Dario Contri. Un evento che ha si é svolto presso l’Hotel Admiral Milano, Via Domodossola 16.

 

Marisa Rampin si é rivelata cantante dalla voce classica, cabarettista briosa e testimone della vita musicale internazionale e culturale milanese. Daniela Basilico e Dario Contri non hanno avuto, quindi, che l’imbarazzo della scelta nel presentarla al numeroso pubblico convenuto!

 

L’artista, originaria di Padova, ha affrontato ben presto situazioni persino insolite per una cantante italiana degli anni ’60. Non era affatto facile passare dall’educazione religiosissima della madre alla società borghese del Medio Oriente e farsi forza per superare banali dicerie popolari. Invitata ad esibirsi a Beirut, per esempio, Marisa Rampin era tormentata della “tratta delle bianche”, il pericolo di essere rapita e finire in un harem. Si comportava, quindi, con estrema circospezione quando le fu offerto un… pranzo magnifico! Ancor più del racconto, esilarante ed arguta si é rivelata la mimica.

 

Alessandra, amica di Marisa Rampin, bella voce e recentemente ospite di Orasenzombra, ha eseguito “Io che ho avuto solo te” di Sergio Endrigo, una delle più belle canzoni d’autore degli anni ’70.

 

Marisa ha descritto con ironia ed humor la propria esperienza presso il Derby, storico locale del cabaret milanese. Al patron Bongiovanni non garbava avere donne (il cabaret a quei tempi era affare esclusivamente maschile). Malgrado questi pregiudizi, e pur entrando di straforo nel cast grazie alle raccomandazioni del capo cameriere, si esibì dal 1980 al 1986, affrontando tutte le sere “il pubblico più esigente e difficile, quello del cabaret”.

 

Marisa ha poi eseguito “Los Hermanos” di Mercedes Sosa: “Yo tiengo tantos hermanos / Que no los puedo contar” “Ho tanti fratelli / che non posso contare”. Un testo che si addice bene alla sua voce, limpida forte ed estesa nello stesso tempo. Non sono molti, dopotutto, gli artisti in grado di cantare in inglese, francese e spagnolo!

 

Dopo la fugace apparizione di un video clip di Marisa Rampin in “Je taime ma non plus” cantato in bolognese assieme a tale Alceste, ha fatto irruzione sulla scena la comicità irruente di Dado Tedeschi. Con le infinite declinazioni dei “fanculo” che, a suo dire, “tanto bene fanno al vivere civile”. Con un pensiero rivolto “a quanti postano su fb foto di cani con il cappottino o di gatti in tutte le pose possibili”. “Verrà il giorno in cui” – ha concluso profetico ed ispirato Dado -” sarà rimasto in vita un unico essere umano e cani e gatti si riuniranno per decidere cosa fare di lui!”.

 

Una sorpresa il coro Ahi Shirà, “coro di Lev Chadash” diretto dal M° Uri Chameides, composto da ebrei progressisti e cristiani, fondato a ricordo degli ebrei morti durante la shoah. Una formazione che vede, naturalmente, la partecipazione attiva e trascinante di Marisa Rampin!

 

Dario Contri ha poi presentato una selezione di video clip relativi al Festivalbar versione RAI. Anche il telecomando per una volta ha collaborato alla buona riuscita della proiezione. Così abbiamo ammirato storiche immagini relative a Caterina Caselli, vincitrice nel 1966 con “Perdono”; Gianni Bella con “Non si può morire dentro” del 1976; Kate Bush nel 1978 all’Arena di Verona con una scenografia artigianale; Gianni Togni con “Luna” nel 1980 a, infine, l’indimenticabile Giuni Russo nel 1982.

 

Marisa Rampin, si é rivelata artista completa, con una spiccata avversione per i ruoli prestabiliti e “il politically correct”. Becaud, Piaf e Aznavour sono i suoi cantanti preferiti, “La vie en rose” la canzone del secolo. Forse, tuttavia, prendersela con gli artisti italiani che si esibiscono (anche) in inglese é un po’ eccessivo: non male per un’artista che, a suo dire, aveva iniziato con il jazz e quindi, necessariamente, esibendosi in inglese,

 

Orasenzombra chiude momentaneamente i battenti con un velo di tristezza provocata dalla morte di Fabrizio Canciani. Con riconoscenza lo ricordo assieme a quanti hanno proseguito la sua opera: l’infaticabile e ironica Daniela Basilico, Dario Contri prezioso nella conduzione musicale e non solo nella lotta con il telecomando, Dado Tedeschi irruento e dalla comicità pungente, Paolo Manacorda che con i suoi servizi fotografici ha offerto visibilità assieme a Pia Strafella per le riprese video.

 

Orasenzombra vive soprattutto grazie a questa grande equipe capitanata da Daniela Basilico, agli ospiti e al pubblico che, con la loro presenza hanno “costruito” gli eventi. Arrivederci a settembre!

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