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MUSICA NUOVA I GIORNI DELL’ASSENZIO A EATALY DI MILANO

Contributo a cura di Roberto Ferro

Tutto mi sarei aspettato varcando la soglia di Eataly alcune settimane or sono, salvo scoprire l’eccellente proposta musicale di una giovane band dal sound alternativo.

Dall’ascoltare la musica al desiderio di intervistare i componenti della band, il passo si é rivelato fortunatamente breve grazie alla disponibilità dei musicisti.

Quando avete iniziato nel 2012 da quali esperienze musicali provenivate?

Mattia De Iure (voce e chitarra): “Provengo da varie esperienze musicali che spaziavano dal blues all’alternative rock, compreso un progetto di inediti”. Mauro Bucci (batteria e cori):” Ho sempre suonato punk rock californiano per poi scoprire la passione del rock alternativo”. Tania Gianni (basso e voce): “In origine suonavo la chitarra in vari gruppi rock per poi passare al basso”.

Siete arrivati primi, se non erro, ad un concorso: esperienza utile che ripetereste?

Siamo arrivati primi al contest for maggio che si tiene ogni anno a Lanciano (CH). Il che ci ha permesso di essere notati dalla nostra etichetta discografica, Ridens Records, portandoci a firmare un contratto e quindi alla pubblicazione del nostro primo disco, Immacolata solitudine. Soprattutto ci ha permesso di conoscere persone fantastiche (musicisti e non) con cui siamo ancora in contatto. Sì, quindi é una esperienza da rifare!

Nella band dominano incontrastati basso e chitarra, senza batteria e fiati. Scelta ponderata oppure casuale?

L’idea originaria era proprio quella di formare un power trio d’impatto scenico e sonoro. Molto semplicemente, desideravamo sperimentare questa soluzione minimale e vedere cosa ne usciva fuori “giocando” molto con gli arrangiamenti vocali. Il risultato ci è piaciuto molto.

La vocalità maschile – femminile é relativamente insolita sullo scenario italiano (nel quale predomina lo schema leader più eventuali vocalist). Quali le motivazioni alla base di questa scelta?

Molto semplicemente avendo due cantanti vocali, il risultato ci é piaciuto molto.

I vostri pezzi sono attraversati dalla protesta contro l’immobilismo della società di provincia (e non solo). Che posizione assumete: protesta tout court, incitamento ad aggregarsi solo sulla base della musica oppure cambiamento operoso in cui la musica riveste un ruolo importante.

In realtà nessuna delle tre. La protesta in sé é già qualcosa di importante perché denuncia una situazione che non va. Ma se non é accompagnata dalla consapevolezza del fatto che cambiare non vuol dire solo smettere di non fare, é pressoché inutile. Bisogna completamente rivoluzionare il background culturale che si é instaurato nel nostro Paese. Noi, con la nostra musica cerchiamo di contribuire a questa rivoluzione della mente e del cuore.

Immacolata solitudine é il primo progetto. Quale é stato l’iter progettuale?

Immacolata solitudine é stato il frutto di un lungo lavoro di pre – produzione che abbiamo svolto con Paolo Paolucci e Davide Di Virgilio della Ridens Records, visto che i pezzi li suonavamo già da un paio di anni. Abbiamo quindi cercato di dare un sound generale alle canzoni più moderno e accattivante, coinvolgendo anche altri musicisti della scena frentana quali Ivo Bucci dei Voina Hen (voce in Eveline) o Luca Di Bucchianico del management del Dolore post operatorio (basso in Radioattività).

La critica ha posto (giustamente) in luce le band a cui vi siete ispirati: Verdena, Placebo, Sonic Youth. A mio parere un lontano antecedente negli Iron Butterfly degli anni ’70. Vi riconoscete in questi “antenati” (più o meno recenti)? Come definireste il vostro genere musicale?

Ci definiamo principalmente un power trio alternative rock. Le influenze sono tante, quindi citarle tutte sarebbe piuttosto lungo. Il richiamo, però, ai gruppi sopra citati é azzeccato. Noi però cerchiamo comunque di suonare ciò che ci riesce meglio, senza badare troppo al genere.

Quale pezzo vi rappresenta maggiormente. Immacolata solitudine con la sua completezza oppure Indifeso più orecchiabile?

In realtà amiamo tutti i pezzi del disco, non ce n’é uno in particolare, anche se suonare Gigante é sempre divertente.

Quali progetti bollono in pentola oltre naturalmente la presentazione dell’album?

Beh, prima di tutto faremo uscire a breve il secondo singolo. Poi stiamo lavorando su alcune nuove canzoni che speriamo di suonare il più presto possibile dal vivo. Chissà, saranno nel secondo disco!

Suonare questo genere musicale al Sud ora cosa significa in termine di spazi, occasioni e pubblico? Quale esperienza é stata per voi esibirvi a Eataly?

Riguardo il genere che facciamo, che per fortuna non é racchiuso in canoni ben definiti, possiamo dire che ci ha permesso di suonare un po’ dappertutto e di fare numerose aperture importanti come I tre allegri ragazzi morti, Il teatro degli orrori, Meganoidi, Gazebo penguins, Lo stato sociale e tanti altri.

Eataly é stata una esperienza fantastica, molto suggestiva e ha permesso di farci conoscere a Milano, città in cui non avevamo mai suonato.

Musicisti giovani e con le idee chiare! Mi ha sorpreso osservare la professionalità con la quale la band si é esibita a Eataly, una condizione certo insolita e nuova per il nostro Paese. Esibirsi nella grande sala, un tempo il mitico teatro Smeraldo, quasi sospesi nel vuoto, con un pubblico per lo più occasionale ed intento ad acquisti o alla ristorazione. non è facile.

In attesa di riascoltare la band a Milano, scopriamo Immacolata solitudine!